Concentramento. Un
nome, un programma. Oggigiorno si parla tanto di tv spazzatura ma ai livelli
trash di questo libro fortunatamente non siamo ancora arrivati. Cosa succederà
quando la gente si stancherà dei reality che vengono proposti al giorno d’oggi? Amélie Nothomb ci
ha dato la sua idea ovviamente estrema e provocatoria. Probabilmente i campi di
concentramento nazisti sono una delle atrocità più mostruose della storia e se
poi vengono usati per fare un reality… Una trasmissione che batte tutti irecord di ascolti, che fa della morte un prodotto, una fonte di guadagno.
Cisono i prigionieri ed i kapò, i bruti e i vinti. L’impotenza contro il male,
l’ipocrisia delle persone, il dolore, la fame, la fatica, la frustrazione, il
mistero divino, la figura di Cristo, del capro espiatorio, l’amore
incondizionato e non, la lotta con il mondo che ci circonda e con se stessi per
la sopravvivenza, questi sono solo alcuni dei temi trattati in poco più di
cento pagine. Un libro che si può leggere velocemente ma intenso perché ogni
singola frase nasconde un significato più o meno esplicito da cercare fra le
righe. Altri due temi, in particolare, sono significativi: il primo è che per
sopravvivere noi abbiamo bisogno di esempi, di modelli, di persone a cui fare
riferimento. C’è chi ha Dio (qualunque sia il suo nome), chi ha degli ideali e
poi c’è chi, come i prigionieri del romanzo, ha una persona a lui vicina. Il
secondo è l’antagonismo tra bene e male ma soprattutto, quanto questi opposti
sono vicini? Quand’è che arrivano a toccarsi, se possono? Ed esistono confini
precisi tra i due? Volendo si potrebbe dissertare su un romanzo del genere;
offre tantissimi spunti per la riflessione sta al lettore coglierli e farli
sbocciare.
Veronica Pulito
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Se volevate
trovare fra queste pagine un mare di ciliegi in fiore e una terra ricoperta di
petali rosati, questo non è il libro che stavate cercando. Questo è un libro
che parla di un altro Giappone: il “Giappone-azienda”, il
“Giappone-irreprensibile”, il Giappone delle tradizioni millenarie (siano esse
positive o negative). Con un velo di esilarante ironia e situazioni che
sfiorano il grottesco “Amélie-san” traccia con una penna brillante la suaescalation al degrado.
Grazie ad errori che, per quanto umani, hanno dell’infantile, la sua esperienza in un’azienda giapponese vola tra lacatastrofe e il martirio con la porta aperta alla redenzione.
Se stupore etremori era l’atteggiamento da tenere secoli fa di fronte all’imperatore, tutto
sommato si può dire che l’espressione soddisfi anche alcune delle sensazioniche si hanno leggendo queste poche pagine.
Forse una bellezza angelica celaSatana. Forse l’inferno è sulla terra, per farsi un’idea bisogna buttare un occhio…
Veronica Pulito |